Berengario I Duca del Friuli venne eletto Re d'Italia nell'anno 888 per voto di tutte le Signorie dell'Alta Italia, ed egli nomino i suoi Cancellieri o meglio Governatori con pieni poteri in tutte le città e territori del suo Regno. A Cancelliere di Padova nomino il Vescovo qui residente che era Pietro II e con suo decreto del 5 maggio 897 redatto a Pordenone donava a Pietro stesso ed ai Vescovi suoi successori' la Signoria su quella parte della terra Saccisica che era di proprietà reale, con piena autorità giuridica e penale su tutto il territorio. Tale possesso e autorità dava diritto al titolo di Conte e quindi e da quell'epoca, cioè da oltre mille anni, che i Vescovi di Padova furono Conti di Pieve Saccisica chiamata poi Piove di Sacco. Tutti i successori di Berengario anche se conquistarono il Regno con Ie guerre, confermarono la donazione ed il titolo. Nel 1055 i Saccensi trovarono troppo grave il dominio del Vescovo che aveva imposto tasse esorbitanti e teneva la popolazione quasi in schiavitù e con la violenza asportava le cose da essa possedute. Reclamarono presso l'imperatore Enrico III il quale ordino al Vescovo di restituire le proprietà dei villici e di trattare i Saccensi come uomini liberi e di non far pagare ad essi che le tasse legali. Quale Conte sovrano il Vescovo di Padova aveva a Piove un suo palazzo, dove si recava come giudice fra i suoi amministrati. Quando nel 1155 venne in Italia Federico Barbarossa questi volle togliere alla città italiane le loro libere franchigie, e siccome il Vescovo di Padova Giovanni Cacio gli era contrario gli tolse la proprietà di Piove con decreto 7 ottobre 1161. Caduto il Barbarossa, il Vescovo riebbe la sua Signoria, ma la perdette di nuovo quando Padova nel 1183 risorse a libera Repubblica e non la riebbe più. Rimase pero sempre il titolo e molti Vescovi oltre che col loro grado ecclesiastico firmavano gli atti anche col nome di Conte di Piove di Sacco. I Carraresi non glielo negarono mai e nemmeno la Repubblica Veneta. In seguito sotto il governo austriaco cadde in disuso, ma in questi ultimi anni Sua Eminenza il Cardinale Vescovo Giuseppe Callegari aveva ottenuto d,alla R. Consulta Araldica del Regno d'Italia la conferma del titolo nobiliare per se e suoi successori.
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